Atelier di Abimis per una baita a Moena

Una suggestiva casa di montagna, situata al confine tra le valli di Fiemme e Fassa, accoglie nella sua cucina un’elegante versione a parete di Atelier, progettata su misura e personalizzata nei materiali per assecondare il desiderio dei proprietari di avere un prodotto capace di riflettere lo stile dell’intera abitazione, e dell’ambiente circostante, senza rinunciare alle funzionalità e alle performance di un impianto professionale.

La baita è stata completamente ristrutturata cercando di conservare l’architettura originale e di preservare i materiali e i serramenti esistenti, così da creare quel piacevole connubio fra tradizione e modernità: la casa conserva il fascino, il calore e l’accoglienza tipici di uno chalet, ma le sue stanze rivelano tutti i comfort di una nuova abitazione.

Materiale caratterizzante è il legno, chiaro, d’ispirazione contemporanea e dai richiami scandinavi, mentre gli oggetti, gli arredi e alcuni elementi decorativi che la definiscono sono come ‘dettami’ che enfatizzano la sua identità alpina.

Anche in cucina l’atmosfera si percepisce come calda, rilassante e ospitale.

Atelier, con il suo ‘cuore’ in acciaio AISI 304 e ante rivestite in legno di abete – precedentemente utilizzato per il pavimento e altri complementi – crea continuità estetica e funzionale con il resto della casa.

Con le tipiche ante squadrate e il design rigoroso e formale, questa versione di Atelier vede spazio di lavoro, zona di cottura e lavaggio convivere sullo stesso piano, configurazione che la rende perfettamente proporzionata allo spazio che la accoglie. La cucina è completata con pensili superiori in acciaio, che creano un interessante mix materico, sagomati su misura per adattarsi alla parete che ospita anche il frigorifero.

Le cucine Abimis, grazie alla loro anima sartoriale e alle possibilità di personalizzazione, portano in qualsiasi contesto un design unico e prestazioni altamente professionali.

Abimis per una residenza privata a Moena

Progetto: arch. Lisa Corte

Photo credits: Collin Dutton Photography