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RENZO RASTELLI. LA STORIA DI UN VERO SELF MADE MAN 14.10.2019

Renzo Rastelli, classe 1962, è CEO e titolare del Gruppo ARAN World, azienda italiana che distribuisce in 120 Paesi le collezioni dei brand ARAN Cucine, Newform Ufficio e Rastelli, la cui produzione è realizzata totalmente in Abruzzo.

La storia di quest’azienda profondamente legata al territorio affonda le sue origini negli anni ’60, ma ha attraversato vicissitudini tanto rapide quanto straordinarie, e anche grazie alle intuizioni di Renzo Rastelli, vera e propria guida del gruppo, è diventata una realtà solida, 100% Made in Italy, con centinaia di dipendenti e migliaia di negozi in tutto il mondo.

Renzo Rastelli aveva solo vent’anni quando, accantonando il talento da promettente calciatore che lo aveva reso ‘famoso’, entra come ragioniere nell’azienda Aran, che produceva e commercializzava cucine in Italia. Sin da subito matura l’ambizione di superare i confini nazionali, e per tentare l’impresa fonda una divisione dedicata al mercato estero, la Newform Cucine. Per realizzare l’obiettivo gli bastano pochissimo tempo e un’intuizione geniale, ancora oggi alla base del successo di ARAN World: il ‘flat-pack’. Rastelli aveva capito che per esportare era necessario abbattere i costi di spedizione, e la soluzione migliore non poteva che essere quella di vendere le cucine dividendole in singole componenti, ovvero – semplicemente – smontate. In questo modo, i kit da stivare in un container potevano essere più del doppio di quelli contenenti una cucina intera, con un notevole risparmio sia per l’azienda sia per i fornitori.

Il fatturato cresce tanto che, già all’inizio del 2000, Rastelli prende in mano le redini di tutto il business di Aran.

Nel 2001 la Masco Corporation, spinta dalla voglia di investire in Europa, sceglie di acquisire 5 aziende abruzzesi; oltre ad Aran e Newform Cucine, unisce sotto ARAN World anche la 3 A, la Denovo e la Cubo, tutte nel settore del mobile, e sceglie Rastelli come amministratore del gruppo. Gli americani innescano una vera e propria rivoluzione dal punto di vista organizzativo e amministrativo, stravolgendo i meccanismi ‘familiari’ di quelle che erano tipiche imprese italiane medio-piccole. L’efficienza diventa una parola d’ordine per tutti i processi produttivi e amministrativi, e l’azienda e il personale ne raccolgono i frutti.

Nel 2004 il fatturato tocca i 68 milioni di euro, ma solo alla fine del 2005 la Masco decide, inaspettatamente, di cedere ARAN World. Si apre una fase di incertezza dalla quale Rastelli cerca di tutelare soprattutto i dipendenti, fino alla coraggiosa decisione di impegnare il proprio patrimonio personale per rilevare il Gruppo.

Dopo faticose e ‘frenetiche’ trattative riesce a convincere la Masco – che non voleva vendere a precedenti amministratori – a cedere l’azienda. Rastelli, in pochi mesi e con un’operazione da svariati milioni di euro, riesce a ‘salvare’ la grande famiglia Aran e a farla tornare italiana; comunicando ufficialmente la notizia ai suoi collaboratori e ai dipendenti più fidati, la sera del 21 dicembre del 2005, aveva le lacrime agli occhi.

Da quel momento, nonostante gli anni di crisi economica, il fatturato di ARAN World è cresciuto velocemente subendo solo poche flessioni: 80 milioni nel 2006, 91 nel 2007, 73 nel 2009, per poi assestarsi su queste cifre tra il 2010 e il 2018.
ARAN World, rafforzata dal punto di vista organizzativo, manageriale e culturale negli anni americani, sotto la guida di Rastelli ha consolidando definitivamente la presenza sul mercato estero (basti pensare solo ad alcuni progetti come il 432 Park Avenue o il 125 Greenwich Street di New York ) e ha investito in ricerca e sviluppo e in collaborazioni con importanti architetti e designer: Ferruccio Laviani, Karim Rashid, Makio Hasuike e Stefano Boeri sono solo i primi di una lista di firme internazionali destinata a crescere nei prossimi anni.

Pur sentendosi cittadina del mondo, ARAN World continuerà a far tesoro della sua storia e a non dimenticare le sue origini, cercando non solo di valorizzare l’Abruzzo, ma anche di consolidare ancor di più la sua presenza sul mercato italiano. Le parole d’ordine sono ‘calma’ e ‘fiducia’, per guardare al futuro come a una sfida sospinta da tanto coraggio e tanta passione.

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